IL BIGATTINO "TRUCCATO"

Salve a tutti cari appassionati, oggi voglio parlarvi di bigattini, in particolare di trucchi per renderli più attrattivi. Il bigattino è una tra le esche più proteiche reperibili in natura (a parità di peso si intende), si adegua bene sia all'acqua dolce e sia all'acqua salata e, infine, attrae variate specie di pesci; tutta via ha un handicap: dal punto di vista olfattivo sviluppa ben poco... Ma non disperiamo! Alcuni modi per "aromatizzarlo" esistono, sono economici e alle volte ti svoltano la giornata. Adesso, vediamo nello specifico alcuni metodi:
ACQUA DOLCE
Nel periodo invernale, si sa, il pesce è molto apatico e, con lo schiarimento delle acque, sospettoso a livelli massimi. Per far fronte a questa evenienza, dovremo 'truccare' i nostri bigattini in modo tale da conferirli un potere aromatico (che appunto solitamente non ha). La tecnica d'aromatizzazione, consiste nel nutrire le nostre esche con gli aromi prescelti. Mi spiego meglio: per prima cosa, abbiamo bisogno di 12 ore di tempo, quindi compreremo le nostre esche almeno il giorno prima della pescata. Una volta effettuato l'acquisto, poniamo le larve in una scatola, o bacinella, con coperchio forato ed infine aggiungiamo la sostanza aromatizzante (solitamente spezie o pellet). Apro una piccola parentesi sugli aromi: in acqua corrente preferisco usare spezie "dolci"(ad esempio vaniglia, cannella ecc..), mentre in acqua ferma, ad esempio laghi o laghetti di pesca sportiva, utilizzo aromi più decisi, come l'aglio, il peperoncino, i pellet sbriciolati o il sangue liofilizzato. Ho fatto questa scelta, perché mi sono reso conto che aromi troppo forti, sprigionati velocemente dalla corrente del corso d'acqua, rischiano di saturare il nostro spot troppo in fretta, allarmando così il pesce. Chiusa la parentesi sugli aromi, torniamo a noi. Abbiamo aggiunto il nostro ingrediente segreto,ma la procedura non è del tutto completa, in quanto dovremo aggiungere qualcosa che faciliti, ai bigattini, l'ingestione dell'aroma. Utilizzando le spezie, solitamente aggiungo 2/3 cucchiai di pane grattugiato ed una spruzzata d'acqua, mentre se optiamo per ingredienti più consistenti, possiamo lasciarli al "naturale", avendo cura, però, di tagliarli in piccoli pezzi (sopratutto i pellet, che vanno quasi tritati). Bene! Il gioco è fatto. Ora teniamo i nostri bigattini ad una temperatura che va dai 7 ai 10 gradi, in modo che restino sempre belli attivi.
ACQUA SALATA
Per quanto riguarda la pesca in mare, la logica è la stessa, ma al posto di utilizzare aromi, utilizzeremo delle vere e proprie esche per nutrire le nostre larve. Ora vediamo alcuni esempi che utilizzo spesso,specialmente dal porto (in quanto l'acqua è più ferma e l'aroma si disperde in maggior tempo). Il "nutrimento" che uso di più sicuramente è la sarda, lasciata fuori dal frigo 2 o 3 giorni e, preferibilmente, non pulita (non utilizziamo sardine sotto sale o simili, dato che il sale non è proprio amico dei bigattini). Altra aggiunta molto valida è la testa del gambero, anch'essa lasciata fuori dal frigo un paio di giorni. Il formaggio è, di per sé, l'ingrediente base (dopo il pane) della pesca al cefalo, quindi possiamo nutrire le larvette con un formaggio stagionato (pecorino e simili...). Mirando agli sparidi, invece, possiamo sgusciare un paio di cozze, lasciarle 1 giorno fuori frigo e darle in pasto ai bigatti.

Bene ragazzi, vi ho detto tutto quello che sapevo, spero vi possa essere d'aiuto nelle vostre pescate!

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